La prima volta che andammo a correre insieme eravamo in tre. Io te e la notte. Ricopriva ogni spazio che le nostre braccia lasciavano libero e imbruniva ogni alito che spostava l’aria. Bianco incandescente. La colonna sonora dei nostri cinque passi ora era all’unisono ora no, ma non importava. Il mondo pensava che correre rubava tempo ai nostri incontri clandestini e che avremmo potuto amarci su un letto qualsiasi dentro le quattro mura della nostra indipendenza. Facemmo l’amore correndo, mischiando i nostri respiri affannosi e i nostri sudori, e i nostri incitamenti. E mi corteggiavi prima di possedermi e mi abbandonavi, come un animale appena accoppiato, concedendoti l’ultimo giro in solitaria, il più veloce, il più tuo. In quel giro solo mio, la fatica era doppia e già mi mancavi. Ti aspettavo appoggiata ad un tronco freddo e il sudore scendeva sulla schiena, congelandosi a metà. Sopra la cicatrice.
Il rumore del tuo arrivo era un giacchetto trapuntato nero, con la zip rotta che non allacciava più. E quei denti bianchi che ti illuminavano. Dove è finito quel giacchetto non lo so. Fatto sta che stamattina sono andata al mercato e te ne ho comprato uno. Meno bello, ma nero. Della stessa stoffa, della stessa pesantezza.
Che sia tuo, come fu quello e come sono io.
Questa è una bellissima storia 🙂
lol
L’outing della lopez non poteva essere più originale.
… ‘outing’?
outing? Ed io che pensavo di parlarne “troppo” 🙂
Outing? Ma quindi ci stai rivelando che la persona che corre con te è omosessuale? (scusate, ma la precisetty che c’è in me non ha resistito)
Mettiamola così: l’effetto sorpresa dell’outing e’ ampiamente sopravvalutato (cit.)
Qua l’unica cosa che mi pare essere ampiamente sopravvalutata è la mia perspicacia 😀
E comunque: SI DICE COMING OUT!! XD
XD. Genialaccia!